Centro Psicoterapia Psicoanalitica
Dedicato ad Anna Baruzzi

“Occorre rischiare, esporsi alla possibilità di ospitare pensieri selvaggi che circolano alla ricerca di una mente in cui potere alloggiare, in altre parole dargli nascita.”
Anna Baruzzi
In tanti abbiamo conosciuto Anna Baruzzi, ognuno di noi l’ha vissuta in momenti diversi della vita, Sua e nostra. Anna esiste in un caleidoscopio di memorie e come in vita anche nell’assenza, proietta immagini nuove e vivificanti di cui le nostre menti ancora si nutrono. Fonte di ispirazione e autocritica, di apprendimento e divertimento, Anna Baruzzi ci ha insegnato ad amare l’emergere della verità, quale essa sia, nei nostri pazienti quanto in noi, come persone e psicoterapeuti.
Gli insegnamenti della Dottoressa sono andati oltre la tecnica psicoanalitica, ha sostenuto il crearsi di una nostra identità, non solo professionale.
Allievi, colleghi e pazienti ricordano la Dott.ssa Anna Baruzzi
“Ognuno ha vissuto una Anna Baruzzi differente creando legami personalissimi. La mia spero continui ad albergarmi dentro, schietta ed accogliente, in piedi con affianco il suo fidato cagnolino Roger in cima alle scale di casa, o seduta in poltrona in quella stanza che ora è una stanza anche della mia mente. Salivo i gradini di casa sua con la speranza che mi aggiustasse, che facesse di me una persona completa, coesa e capace. Da quando non c’è più mi trovo spesso a ripercorrere quei gradini nella mia mente e quando ho bisogno di lei, è ancora lì che la ritrovo”.
“La Dottoressa ripeteva: la tecnica non deve essere intrusiva mentre stiamo lavorando con i bambini. La ricchezza degli studi fatti e delle cose apprese ci serve per dare forma, dopo la seduta, a quello che abbiamo in mente, alle emozioni provate e a quello che emerge dai nostri vissuti. Lo studio aiuta a dare consistenza e forma a quello che pensiamo.”
“Per me era e sarà una -ragazza per sempre-“
“Anna mi ha lasciato la speranza di cambiare, l’aspettativa fiduciosa di farcela e di potere godere del mio lavoro, divertendomi tra i colori delle menti che riprendevano il loro sviluppo”
“Il comparire di una giocosa aggressività nei pazienti la divertiva quando a me ancora spaventava, diceva sorridendo “non lo trova divertente? Il bambino sta finalmente giocando con questa sua parte, nel tempo lo capirà”.
“Mi ha accompagnato quando era crescente il timore di confondermi e identificarmi con pazienti che rievocavano i miei vissuti. Come usare la propria esperienza a vantaggio del paziente ma differenziandosi senza paura.”
“Oggi penso che il nostro incontro, mi abbia investita della possibilità della scoperta, nell’ambito di un contesto familiare complicato. L’approdo più sorprendente, senza ombra di dubbio, è stato l’incontro con l’Altro, finalmente autentico. Il lavoro della Dottoressa è stato vitale per me e per i miei cari: la mia famiglia esiste -letteralmente- solo grazie all’estrinsecarsi della cura, che dopo tante difficoltà ha assunto per noi il valore fondante di un patto reciproco.”